500 miliardi di $ per Stargate: Una Svolta nell’AI che Richiede Attenzione

In una conferenza stampa ufficiale alla presenza di Donald Trump e dei rappresentanti di alcune tra le più importanti aziende tecnologiche del mondo (OpenAI, SoftBank, Oracle, Nvidia, Microsoft), è stato annunciato il cosiddetto “Project Stargate”: un piano d’investimento da 500 miliardi di dollari in quattro anni per dar vita a un’infrastruttura senza precedenti nel campo dell’intelligenza artificiale (AI). L’obiettivo dichiarato è duplice: assicurare agli Stati Uniti la leadership mondiale nella corsa all’AI e produrre ricadute positive sull’intera società, come la creazione di posti di lavoro e l’accelerazione della ricerca medica.


1. Il cuore del Progetto: leadership americana nell’AI

“Project Stargate” mira a costruire un’infrastruttura di data center, hardware avanzato e piattaforme software che possano dare a OpenAI (e agli altri partner) una potenza di calcolo eccezionale. Queste risorse dovrebbero accelerare lo sviluppo di modelli AI di nuova generazione, con l’aspirazione di arrivare a tecnologie di livello AGI (Artificial General Intelligence) prima che lo faccia la concorrenza, principalmente la Cina.

A trainare l’iniziativa ci sono quattro grandi protagonisti:

  • SoftBank, che metterà a disposizione capitale e reti di investimento.
  • OpenAI, con la responsabilità tecnica e operativa dello sviluppo.
  • Oracle, partner tecnologico e fornitore di soluzioni cloud, con una visione molto ambiziosa sull’uso dell’AI.
  • Nvidia (e in parte Microsoft), fondamentali per la fornitura di GPU, infrastrutture e servizi cloud.

Il valore della spesa – 500 miliardi di dollari in 4 anni – è paragonabile a un massiccio piano di investimenti federali, reso possibile dal sostegno di capitali privati e da importanti agevolazioni in termini di permessi e accesso all’energia (incluso nucleare, laddove servisse garantire un’alimentazione costante ai data center).


2. Posti di lavoro, energia e ricerca medica: le promesse “pop”

Nella conferenza stampa, Trump e i rappresentanti delle aziende hanno insistito su due aspetti dal forte impatto comunicativo:

  1. Creazione di posti di lavoro
    • Si è parlato di 100.000 nuovi posti ad alta specializzazione: ingegneri, ricercatori, data scientist, ma anche tecnici e personale di supporto.
    • L’idea è che questi mega-data center possano fungere da catalizzatori per la reindustrializzazione di alcune zone degli Stati Uniti.
  2. Cura del cancro e progresso medico
    • Un altro punto forte è la promessa di applicare le potenzialità dell’AI a settori come la ricerca oncologica, per accelerare la scoperta di cure e farmaci innovativi.
    • Trump ha più volte sottolineato come il “Project Stargate” possa spingere l’AI a scoprire modelli di diagnosi precoce o trattamenti personalizzati per malattie complesse.

questi obiettivi, per quanto auspicabili, sono anche un potente strumento di comunicazione che, se non affrontati in maniera seria ed etica, rischiano di diventare il classico specchietto per le allodole. Parlare di posti di lavoro e di cura del cancro rende accattivante il progetto e attenua le preoccupazioni su altri possibili aspetti più controversi:

  • Quali saranno le politiche di transizione che dovranno gestire l’impatto sociale dell’automazione?
  • La creazione di posti di lavoro riuscirà a controbilanciare la perdita di impieghi in altri settori?
  • I progressi medici che arriveranno delle tecnologie sviluppate saranno realmente accessibili a tutti?

3. Oracle in primo piano: la visione di Larry Ellison

Un elemento che colpisce è la centralità di Oracle. Sebbene Microsoft rimanga un partner strategico (fornisce parte del cloud e vanta una collaborazione storica con OpenAI), la conferenza ha posto Oracle sotto i riflettori. Il CEO-fondatore Larry Ellison, noto per aver espresso posizioni favorevoli a forme di sorveglianza estesa mediante tecnologie AI, sembrerebbe avere un ruolo determinante nel modello di governance del progetto.

Questo potrebbe aprire la porta a scenari distopici, in cui la capacità di analisi in tempo reale dei dati su scala globale potrebbe favorire sistemi di controllo e monitoraggio di massa. È un timore non infondato, considerando le dichiarazioni passate di Ellison, che ha parlato con entusiasmo di tecnologie in grado di “tenere d’occhio” costantemente la popolazione per ridurre i crimini. I riferimenti alla serie TV “Person of Interest” o a romanzi distopici come “1984 di Orwell” potrebbero non essere completamente campati in aria.


4. Impatto sull’Europa e la scena globale

Un altro punto dolente è la quasi totale assenza dell’Europa in questa corsa all’AI. Nonostante l’Unione Europea stia lavorando all’AI Act e a piani di finanziamento (come il programma Horizon), la scala degli investimenti appare molto più modesta rispetto a quanto annunciato negli Stati Uniti. È chiaro che la battaglia per la supremazia tecnologica sembra polarizzata su Washington e Pechino, con l’Europa relegata a spettatore o, al più, a regolatore.

D’altro canto SoftBank, uno dei finanziatori principali del “Project Stargate”, è giapponese: questo dimostra come le collaborazioni stiano diventando sempre più globali e sfumate, e che la partita geopolitica sull’AI non è riducibile a un semplice duello a due (USA-Cina). Giocatori come l’India, la Corea del Sud e Israele possono entrare in scena da posizioni di forza, e l’Europa stessa potrebbe ancora ritagliarsi un ruolo di rilievo se si svegliasse e riuscisse a unire i propri sforzi.


5. Rischi e regolamentazione: la revoca delle linee guida sull’AI

Uno degli aspetti che hanno destato maggiore preoccupazione è la decisione di Trump di revocare alcuni ordini esecutivi varati dalla precedente amministrazione, relativi a standard di sicurezza e test di risk assessment per l’AI. La paura è che questa mossa sia come un “liberi tutti” mirato a favorire la massima velocità di sviluppo, senza intoppi normativi o valutazioni di impatto. Ciò amplifica il timore che un’infrastruttura così massiccia possa essere usata in modi potenzialmente pericolosi, senza un quadro chiaro di garanzie per i cittadini.

Dall’altra parte, i fautori del “Project Stargate” sostengono che per restare competitivi contro la Cina e mantenere la leadership nell’innovazione, gli Stati Uniti non possano imporsi troppi vincoli burocratici. Lo snodo cruciale, per molti analisti, è: come bilanciare libertà di ricerca e sviluppo con la necessità di tutelare diritti, privacy e sicurezza?


6. Ulteriori riflessioni: energia, etica e scenari futuri

Finora abbiamo parlato soprattutto di rischio sorveglianza e di rivalità USA-Cina, ma ci sono altri temi non sempre approfonditi:

  1. Impatto ambientale
    • Alimentare enormi data center, come quelli previsti dal “Project Stargate”, richiede quantità colossali di energia. Sebbene si parli di nucleare o fonti rinnovabili, rimane da capire l’impronta ecologica di un sistema su scala così vasta.
  2. Open source e trasparenza
    • Non è chiaro in che modo i risultati di ricerca e i modelli AI verranno condivisi. Saranno proprietari e “chiusi” all’interno di poche big tech, o ci sarà una qualche forma di condivisione o di supervisione pubblica.

Conclusioni

Se da un lato l’entusiasmo per i possibili progressi è più che giustificabile – dall’accelerazione della ricerca oncologica all’enorme sviluppo economico previsto – dall’altro si moltiplicano le domande su privacy, etica e governance.

Alcuni possibili scenari distopici potrebbero essere dietro l’angolo, specie considerando l’influenza di figure come Larry Ellison, da tempo sostenitore di una “sorveglianza pervasiva”. Nello stesso tempo, i toni della conferenza (e la cospicua mole di investimenti) ricordano quanto cruciale sia l’AI nella geopolitica del XXI secolo. Purtroppo l’Europa, ad oggi, pare indietro in questa corsa, sebbene non sia escluso che l’interesse e la necessità di regolamentare il settore possano portarla a recuperare terreno in futuro.

In definitiva, “Project Stargate” può essere visto sia come uno straordinario stimolo all’innovazione, sia come un potenziale veicolo di concentrazione di potere e controllo: molto dipenderà dagli equilibri politici e dalle scelte di governance che verranno messe in atto nei prossimi mesi. Quello che è certo è che l’AI entra prepotentemente nella scena mondiale, con investimenti pubblici e privati senza precedenti, e che le implicazioni a lungo termine su economia, società e diritti saranno enormi. Tenere alta l’attenzione e alimentare un dibattito trasparente è probabilmente il primo passo per evitare i rischi e coglierne al meglio le opportunità.

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